Short Skin

Edoardo (Matteo Creatini) è un 17enne un po’ sfigato che vive con indolenza le vacanze al mare con i genitori e l’esuberante sorellina. Niente sembra toccarlo particolarmente a parte l’amica d’infanzia Bianca (Francesca Agostini): il più classico degli amori adolescenziali non corrisposti. Edoardo vorrebbe fare le prime esperienze sessuali ma un problema, piuttosto delicato, lo blocca: un prepuzio troppo stretto che impedisce al glande di uscire senza provare dolore. Sarà questa ‘short skin’ a condizionare la sua vacanza estiva più importante. Dopo Hit the road nonna il regista Duccio Chiarini arriva a Venezia 71, nella sezione Biennale College, con una storia intimamente divertente, figlia di quella comicità toscana che ha Berlinguer ti voglio bene come padre spirituale e i primi film di Paolo Virzì, in particolare Ovosodo, come cugini più grandi.

Non è facile far digerire al pubblico un film che si apre con le natiche di un ragazzo in primo piano e due adulti intenti a pulirgli il pene, anche perché con la fiumana di discorsi di questa Italia sempre più moralista, basterebbe anche solo la trama per far gridare allo scandalo preventivo. Perché, naturalmente, se lo fa Chiarini è disdicevole, ma se lo fa Von Trier è un genio assoluto. Tolto il prosciutto San Daniele dagli occhi, possiamo parlare di Short skin per quello che è: una divertente storia di formazione, una commedia semi-vernacolare mai noiosa, un viaggio umile nei problemi dell’adolescenza, primo fra tutti il sesso.

Nei giorni in cui le foto di sedicenti star americane nude vengono mostrate al mondo, svelando chissà quale mistero, Chiarini mette a nudo un ragazzo per dimostrarci quanto siamo sentimentalmente fragili e impreparati alla vita. E mentre Edoardo, scoprendosi sempre più forte, cresce e matura, gli adulti scoprono che crescere, o meglio invecchiare, non è poi così bello perché porta con sé delusioni, rinunce, bugie, tradimenti. Per liberarsi dalla paura di diventare questo tipo di adulto, il ragazzo protegge la sua parte più intima perché, come dice lui stesso, ‘esporsi per troppo tempo a qualcosa ti rende insensibile nei suoi confronti’. Di questo parla Short skin, di un animo al riparo, di un gargoyle che non vuole esporsi al sole delle emozioni per paura di diventare pietra, di un ragazzo che si libera dai lacci dell’infanzia e prova a spiccare il volo, mettendo finalmente la testa fuori dal finestrino del treno in corsa.

 

Il film, dopo le anteprime riservate alla stampa sarà a Firenze per la première il 22 aprile 2015 e, il giorno successivo, uscirà nelle sale italiane in 30 copie.

Michele Galardini su CarnageNews